La Sardegna è una delle isole più belle non solo d’Italia ma del mondo: il motivo lo si rinviene certamente nel suo mare che ha ben poco da invidiare alle tanto decantate acque caraibiche. Le spiagge sarde poi sembrano essere dipinte dal più romantico dei pittori, con la sabbia tanto soffice da sembrare talco. C’è però un altro aspetto che non deve essere sottovalutato, ovvero il patrimonio storico e culturale di questa terra tanto bella quanto misteriosa: i Nuraghi sono il simbolo dell’anima più antica della Sardegna, memoria della civiltà nuragica che ancora oggi sorprende per la loro ingegnosità e potenza.

Nuraghe Serbissi di Osini
Nuraghe Serbissi di Osini – Paolo Lobina/shutterstock

Cosa sono i Nuraghi

I nuraghi sono la massima espressione della civiltà nuragica che si è sviluppata in Sardegna tra il 1800 a.C. e il III a.C., comprendendo quindi sia l’Età del Bronzo che quella del Ferro, fino all’età romana: questo lungo lasso di tempo giustifica anche le diversità architettoniche tra i più di 6000 nuraghi presenti sull’isola, alcuni dei quali diroccati mentre altri in perfette condizioni. Si è riusciti a collocare cronologicamente i nuraghi soprattutto grazie alle analisi fatte sul terreno e sui reperti, spesso bruciacchiati, ritrovati all’interno di queste sorprendenti costruzioni. Il nuraghe si presenta come un edifico a forma di tronco di cono, costruito senza ausilio di malta o altro materiale collante: i blocchi di pietra, infatti, tagliati in modo squadrato seppure irregolare, sono impilati in modo tale da incastrarsi tra loro e restare quindi ben saldi, senza mettere in pericolo la solidità dell’intera costruzione. Secondo questa tecnica di costruzione megalitica, il nuraghe era completato con una cupola, chiamata Tholos, formata da anelli concentrici e con una pietra al centro che chiudeva il tutto.
Il nuraghe poteva raggiungere anche i 22 mt e sono stati costruiti in cima ad alture: nonostante all’inizio si pensava che fosse una qualche funzione funebre legata a cerimoni sepolture, oggi si concorda sul fatto che i nuraghi quindi una funzione puramente difensiva, nati con lo scopo di difendere i villaggi.

Nuraghe Losa di Abbasanta
Nuraghe Losa di Abbasanta – Marco Mul/shutterstock

I più bei nuraghi della Sardegna

Viaggiando alla scoperta della Sardegna si trovano nura singolighi, con una sola torre, ma anche veri e propri complessi composti da più torri che formano una fortezza quasi ines, a forma pentagonale o triangolare. In quest’ultimo caso i diversi nuraghi erano persino comunicati tra loro cunicoli che servivano ai difensori per spostarsi più agevolmente.

Cunicoli del Nuraghe Santu Antine Torralba
Cunicoli del Nuraghe Santu Antine Torralba – Mat Frau/shutterstock

Visitare i nuraghi più belli della Sardegna significa fare un’immersione nella storia più ancestrale di questa terra e forse il più affascinate di tutti è quello di Dorgali. Si tratta del Villaggio di Tiscali e sorge in una scenografica dolina carsica con un’incredibile vista sulla sottostante Valle di Lanaittu: si tratta di due villaggi, uno dei quali letteralmente addossato alla roccia, come se fossero stati estrapolati dalla roccia viva.

Rovine del Villaggio di Tiscali
Rovine del Villaggio di Tiscali – Giuma/shutterstock

Da vedere assolutamente il nuraghe Su Nuraxi di Barumini, situato nel sud dell’isola, precisamente a Barumini: l’area vede la presenza di un nuraghe del 1400 aC circondato da tanti edifici sviluppatisi nei tempi successivi.

Su Nuraxi di Barumini
Su Nuraxi di Barumini – Valery Rokhin/shutterstock

Altrettanto bello il nuraghe Santu Antine Torralba, nel sassarese, composto da un unico e imponente mastio cinto da mura spesse, punteggiate da torri collegate da cunicoli. È possibile anche visitare un pozzo profondo ben 20 mt.

Nuraghe Santu Antine Torralba
Nuraghe Santu Antine Torralba – daniele cupini/shutterstock

C’è poi l’Area Archeologica di Noddule, dove i nuraghi sono stati costruiti da possenti massi di granito: nella zona sono presenti un piccolo pozzo di captazione ben visibile e un vestibolo di forma quadrangolare.

Area Archeologica di Noddule
Area Archeologica di Noddule – Sandronize/shutterstock

Molto particolare è poi il nuraghe Arrubiu, in provincia di Cagliari: le pietre che formano uno i nuraghi rivelano una particolare colorazione rossastra e, con le cinque torri e il mastio al centro, rappresenta dei più grandi complessi nuragici di tutta la Sardegna.

Nuraghe Arrabù
Nuraghe Arrabiu – Joran Quinten/unsplash

Nell’immagine principale il Complesso nuragico di Palmavera ad Alghero – Macrolife/shutterstock