Il campanile del Lago di Resia e l’antico borgo sommerso

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Nel mondo esistono luoghi che rasentano l’inverosimile. Tra questi il Lago di Resia, dalle cui acque spunta un campanile misterioso. Lo scenario sembra tratto da un film fantasy, una visione onirica che si materializza al cospetto dell’unica struttura superstite di un antico borgo alpino, estinto oltre mezzo secolo fa. Il drammatico destino di Curon Venosta, che oggi è un paesino altoatesino di circa 2.300 anime affacciato sulla sponda orientale di Reschensee (‘Lago di Resia’ in tedesco), è custodito in questo campanile risalente al 1300.

Ebbene sì, stavolta vogliamo raccontarvi qualcosa che va un po’ fuori dagli schemi delle nostre consuete descrizioni di borghi da visitare, tanto che questo borgo non esiste più e non lo troverete né sulle cartine geografiche né su Google Maps, ma ne sentirete soltanto parlare da chi vive nei dintorni di Curon Venosta e tramanda ai posteri una vicenda che fa rima con leggenda ma che è accaduto realmente nemmeno in un’epoca poi così remota. «Non capivo cosa ci facesse un campanile sullo specchio del lago. (…) Come nella pittura metafisica, ho pensato. Come in De Chirico: un elemento improprio calato in un contesto reale. Ma quella non era metafisica», scrive il professor Marco Balzano. Una frase densa di stupore e meraviglia. Esattamente ciò che proverete se vedrete con i vostri occhi il campanile di Curon Venosta, la cui storia, purtroppo, è senza lieto fine.

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Durante gli anni Venti del secolo scorso, un potente colosso industriale ottenne dal governo italiano la possibilità di innalzare di oltre 20 metri il livello del bacino artificiale del Lago di Resia, tradendo così la promessa fatta agli abitanti di Curon ai quali era stato garantito che il loro paese non sarebbe stato coinvolto dalla grande opera. Invece, tra proteste, azioni di rivolta e una vana udienza dal Papa organizzata dal parroco del paese, il progetto si completò nel 1950, quando le acque della diga sommersero completamente le case di Curon. Alle otto di sera del 16 luglio le campane del campanile di San Pietro suonarono per l’ultima volta. Qualche giorno dopo, gli abitanti misero in salvo la vecchia campana. Il 23 luglio fu fatta esplodere la chiesa. Soltanto il campanile rimase intatto. E ancora oggi emerge dal lago con un velo di malinconia, a testimoniare la triste storia di Curon.

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Il nostro consiglio, magari se siete in Alto Adige per il ponte del Primo Maggio, è quello di abbinare la visita agli incantevoli borghi altoatesini, come Castelrotto (Kastelruth), Chiusa (Klausen), Colfosco (Kolfuschg), Glorenza (Glurns) o Vipiteno (Sterzing), a un blitz fino in direzione della frontiera austriaca, salendo verso nord. Curon Venosta (‘Graun im Vinschgau’ in tedesco), infatti, è in Alto Adige (Sudtirolo), si affaccia sul Lago di Resia, a circa 1500 metri di altitudine, e dista pochi chilometri dal confine con l’Austria. Per chi proviene da Merano in automobile, il tragitto obbligato è la Strada Statale 38 fino a Spondigna, per poi imboccare la Strada Statale 40 in direzione del Passo di Resia (‘Reschenpass’): attraverserete la Val Venosta, costeggiando il Lago della Muta e infine il Lago di Resia, immersi in un paesaggio montano di straordinaria bellezza e di altrettanta quiete. Percorrendo l’ultima curva prima di arrivare a Curon, resterete stupiti dal campanile che all’improvviso si eleverà, come per magia, davanti ai vostri occhi.

Vi diamo un ultimo suggerimento. Lasciate la macchina nell’ampio parcheggio che si trova proprio di fronte al campanile: lungo la riva potrete scattare foto incredibili e, se siete in coppia, un selfie romantico con il campanile sullo sfondo. Invece, sulla collina dietro al parcheggio troverete il cimitero del paese, un luogo che può sembrare un po’ tetro, ma che regala un’incantevole veduta panoramica sul bacino lacustre. Se vi recate in inverno, potreste trovare il lago ghiacciato e provare la suggestiva esperienza di raggiungere il campanile camminando o pattinando sul ghiaccio. Occhio alle buche, però!

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