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Nella provincia di Matera si trova uno dei borghi più interessanti di tutta la Basilicata: si tratta di Tricarico, paesino sito a 698 m. di altezza, incastonato nel più tipico scenario collinare lucano. Storia, arte e tradizioni rendono Tricarico un borgo da visitare assolutamente, anche alla luce del suo bellissimo centro storico, tra i meglio conservati dell’intera regione. Ogni periodo dell’anno è il momento migliore per scoprire il patrimonio artistico e storico di Tricarico. A gennaio il borgo si anima grazie alla musica e ai colori del Carnevale che, con le sue maschere antropologiche, attira visitatori da tutta la Basilicata.
Cosa vedere a Tricarico
Il centro storico di Tricarico rappresenta la più vivida testimonianza della storia che ha attraversato questo borgo sin dalla sua nascita: le sue origini risalgono al VI a.C. anche se i primi documenti che citano Tricarico sono del periodo longobardo. L’arrivo degli arabi tra il IX e il X secolo mutò l’aspetto del borgo e ancora oggi i quartieri Rabata e Saracena rievocano quei tempi: Tricarico divenne poi dominio bizantino, normanno e dei Sanseverino, con i quali arrivarono in paese comunità giudaiche e albanesi.
Il simbolo di Tricarico è la Torre Normanna alta 27 m., parte dell’antico Castello Normanno, divenuto poi nel 1333 un monastero di clausura. Dalla terrazza panoramica si gode di una magnifica vista sulla sottostante Valle del Basento e sulle lontane Dolomiti Lucane.
Torre Normanna – Gianni Molinari/flickr
Sono molte le chiese presenti nel borgo e tra tutte spicca la Cattedrale di Santa Maria Assunta risalente all’anno 1000, luogo dove fu proclamato re di Napoli Luigi I D’Angiò: la chiesa presenta uno stile romano e custodisce all’interno molte cappelle che portano la firma del grande pittore manierista del ‘600 Pietro Antonio Ferro e la più bella è la baroccheggiante Cappella del Secretarium.
Lo stesso Ferro ha lasciato altre testimonianze del suo pregevole talento, sia all’interno della Chiesa del Carmine dove sono presenti affreschi sul presbiterio e sulle pareti della navata, sia nella Cappella del Crocifisso della Chiesa di Santa Chiara. Presso quest’ultimo edificio di culto non si può non apprezzare anche il dipinto dell’Assunta del XVI secolo incastonato nel soffitto ligneo dorato.
Cattedrale di Santa Maria Assunta – Fiore Silvestro Barbato/flickr
A Tricarico i musei non mancano e il MUDIT è uno dei più importanti del borgo: si tratta di un museo diocesano ricchissimo di libri, arredi liturgici, sculture e manufatti in argento.
Altrettanto interessanti sono il Museo dei Costumi Lucani, situato all’interno del Palazzo Lizzadri e soprattutto il Museo archeologico. Quest’ultimo si trova all’interno del Palazzo Ducale e conserva numerose testimonianze di Tricarico sin dall’antichità: molti reperti qui conservati provengono in particolare dal sito di Civita di Tricarico, insediamento risalente al V a.C.
Le tradizioni di Tricarico
Nella città che ha dato i natali a Rocco Scotellaro, il poeta della libertà contadina, sono molte le locande e i ristoranti dove degustare le tipicità gastronomiche locali: imperdibili sono i salumi di Tricarico, il caciocavallo podolico, il provolone impiccato, i peperoni cruschi (anche al cioccolato) e persino il panettone, tra il più buono d’Italia secondo il Gambero Rosso.
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Riprendendo la vista di Tricarico, non si possono non citare la Chiesa di San Francesco del ‘300 e soprattutto la Chiesa di Sant’Antonio Abate, alla cui festa del 17 gennaio è legato il Carnevale di Tricarico. La festa rievoca la transumanza, ovvero il passaggio in inverno delle mucche dalle zone montane più fredde a quelle più a valle: in passato gli animali venivano portati all’interno della Chiesa di Sant’Antonio Abate per ricevere la benedizione, propiziando così buona salute e tanta fertilità.
Carnevale di Tricarico – Rosario Claps/flickr
I protagonisti del Carnevale di Tricarico sono le Maschere Antropologiche, ovvero i figuranti vestiti da mucche e da tori, due figure che rimandano all’Antica Grecia e al rito dell’accoppiamento.
La maschera della mucca è più vivace e colorata, con tanto di nastrini colorati che svolazzano dall’abbigliamento bianco e il cappello a tesa larga. Il toro invece indossa abiti più scuri, con nastrini di un rosso più scuro. La caratteristica del Carnevale di Tricarico è che le maschere imitano in tutto e per tutto le movenze e i suoni degli animali: le mucche e i tori indossano anche campanacci, ricordando quel suono che si sentiva provenire già in lontananza quando la mandria arrivava sino al paese.
Non mancano la banda musicale, che suona melodie in onore dell’allegria e del buon cibo, ma soprattutto i carri allegorici legati non solo al solito tema politico in chiave satirica ma anche a quello della natura.
Raduno delle Maschere Antrologiche – Rosario Claps/flickr