Irpinia: tre castelli, tre borghi

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I castelli sono il segno dei borghi. Un paese si costruiva perché bisognava difendersi e in un certo senso isolarsi. Il castello sigla queste necessità. Oggi abbiamo un’idea romantica dei paesi e dei borghi. Una volta le prerogative di difesa erano preponderanti. Una storia in gran parte ancora da conoscere. Una storia che, specie al Sud, segue le dominazioni subite in questa parte della penisola. Furono soprattutto i Longobardi a volere i paesi così, attorno alle alture.

Per tornare a questa storia, vi proponiamo un tour attraverso tre castelli tutti da visitar in Provincia di Avellino.

Partiamo da Lauro, terra dove il castello è “re” in un territorio semplice. Quando la catena del Partenio guarda ormai sempre più concretamente all’area partenopea, ecco che il vallo di Lauro, con i suoi omonimi monti, segna uno dei territori di confine tra le due province di Avellino e Napoli. Ed ecco la cittadina di Lauro, vista da una delle alture della zona. Questa è un’Irpinia semplice, estremamente rurale. Eppure, maestoso s’eleva il Castello Lancellotti, datato con certezza al XIII secolo ma con probabili prodromi di qualche secolo prima. È un valido motivo per seguire i solchi, anche d’intorno selvaggi e incolti, di questo particolare angolo campano, sconosciuto alle tracce turistiche di massa e forse, proprio per questo, incontaminato e arcaicamente puro. Da qui, anche dalla vicina Taurano, si ammira con trasporto il panorama verso il golfo di Napoli e il Vesuvio. L’antica capitale del Sud è lì, dominante la vista e le emozioni.

Spostandoci non poco, andiamo a conoscere il fascino del castello di Gesualdo.
Sempre provincia avellinese.

Catello di Gesualdo

Ecco appunto la bella cittadina di Gesualdo, con il suo celebre maniero. Il castello è stato il centro di potere della famiglia dei Gesualdo, che proprio da questo paese prese e derivò il nome. Fu la casa del principe Carlo Gesualdo, tra i padri della musica polifonica. Uomo legatissimo a Venosa (Pz), città dove nacque e di cui era feudatario. Qui il castello è ancora il vero principe del territorio. Tanti gli eventi che vi si organizzano, specie in nome della musica e del teatro. Gesualdo e Venosa sono unite proprio in onore dell’arte e della musica stessa. Il castello è maestoso, s’erge imperioso.

Castello di montemiletto

C’è poi un tesoro nascosto a Montemiletto (ancora Av). Qui siamo più vicini al capoluogo provinciale, ma anche Benevento non è lontana. Il borgo vanta un curioso e suggestivo castello, detto “Della Leonessa” dal nome degli storici feudatari. Il paese domina la valle dei fiumi Calore e Sabato, famosi fiumi campani e irpini. Un maniero che ospitò due volte Carlo III di Borbone. È stato recentemente restaurato. Montemiletto, Irpinia semplice e ben curata.

Piccoli tesori nascosti, insomma.

Un’Irpinia ormai amata dal turismo colto. Non resta che proseguire su questa strada.

Andateci, andiamoci.

Foto di Paky Cassano

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