Il territorio attorno ad Altomonte è ricco di fiumi e paesaggi collinari. Vi abbondano uliveti e vigneti autoctoni producenti i vini balbini, già decantati da Plinio il Vecchio. Il borgo si chiamò dapprima Brahall, poi Bragalla, Antifluvius sino al 1343 ed infine Altomonte, quando con gli Angioini la contea passò ai Sangineto e poi ai Sanseverino, principi di Bisignano legati ai Ruffo di Calabria.
La storia ha lasciato segni importanti, da scoprire in un itinerario che va dal moderno Teatro all’aperto (oggi sede di numerose manifestazioni internazionali), ai vicoli medievali, alla chiesa di Santa Maria della Consolazione, raro esempio di arte gotica-angiona, ed il Museo Civico, situato nell’ex Convento dei Domenicani. Con il Complesso Monastico e la presenza dei domenicani, voluta dalla contessa Cobella Ruffo nel XV sec., la cittadina divenne centro di cultura; ospitò il filosofo Tommaso Campanella, che qui pensò la “Città del Sole”, e il novelliere Matteo Bandello. A pochi passi dal convento troviamo il Castello Feudale (sec. XI) di origine normanna e la Torre dei Pallotta (sec. XI), fortezza a base quadrata oggi sede del Museo Azzinari. Si giunge infine alla chiesa di San Giacomo Apostolo, di probabile origine bizantina. Nella parte bassa del paese, troviamo il Complesso Monastico di San Francesco di Paola (1635 circa), che oggi ospita la Sede Municipale, considerata uno dei più bei municipi d’Italia.
Altomonte, con oltre 300 cerimonie l’anno, è definito il borgo dei matrimoni, in quanto sposi provenienti da tutta Italia e dall'estero decidono di festeggiare qui il lieto evento, per la bellezza di questi luoghi. Tra le vie e i vicoli del borgo si possono trovare prodotti tipici e l'artigianato locale: dal vino ai prodotti artigianali in argilla, legno, vimini ecc. Da ricordare le curiose cartoline in legno, gli antichi ricami, i raffinati liquori, dolci e prodotti tipici, tra i quali il Pane di Altomonte, per i quali il borgo è diventato simbolo della cucina tipica calabrese.